Storia della birra: il medioevo

Storia della birra: il medioevo

Storia della birra: Nel medioevo la possibilità di produrre birra rappresenta un privilegio riservato alle gerarchie nobiliari ed ecclesiastiche. Solo quando non è più possibile far fronte alla crescente domanda, viene concessa  la licenza di produzione ai privati in cambio di una elevata tassazione. Con l’avvento di potenti corporazioni di commercianti, la birra diventa sempre più uno strumento economico di scambio.

Si narra che nel 1376 ad Amburgo operino oltre 400 birrai dividendosi in due differenti macrotipologie: quelle dei birrai “di mare” che esportano i loro prodotti e quelle “di terra”che commerciano nel mercato locale.

Il Medioevo vede poi la birra protagonista soprattutto grazie ai monasteri, che operano un vero e proprio salto di qualità nella produzione introducendo nuovi ingredienti, tra i quali il fondamentale luppolo. Prima della sua scoperta, infatti, le birre vengono aromatizzate con erbe officinali e non (chiamate in sassone “gruyt”) quali, spezie, bacche, cortecce d’albero, ambra, lampone, pepe, finocchio, giusquiamo, lavanda, anice, zafferano, cannella, genziana e chiodi di garofano.

La Birra nel Medioevo
La Birra nel Medioevo

Il luppolo, infatti, presenta delle ghiandole che producono un liquido giallo e appiccicoso, con il caratteristico sapore tendente all’amaro e molto aromatico, che, si scoprirà successivamente, svolge anche un’azione antibatterica e conservante nella birra rendendola decisamente più limpida.Un grande contributo al processo della “luppolatura” viene successivamente dato dalle ricerche della botanica Suor Hildegard von Bingen (1098-1179) dell’Abbazia di St. Rupert in Germania.La monaca scopre le qualità del luppolo per arrestare la putrefazione ed allungare al vita alla birra. L’impiego del luppolo si diffonde dapprima in Boemia e poi in tutta la Germania e l’Olanda, che diventa il centro del commercio internazionale di birra.